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Seconda Lezione: Sinestesia

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essenza | lezione | profumo

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Indice
Seconda Lezione: Sinestesia
La psicologia del profumo
Che cosa significa sinestesia?
La forza dei ricordi sinestetici.
Odori e colori
TEST DI SINESTESIA
Tutte le pagine

Mentre tutto ciò che percepiamo con il tatto o con la vista diventa per noi materiale sul quale riflettere per analizzare la realtà che ci circonda

 

Il più primitivo tra i sensi

Tra i cinque sensi, l'olfatto è quello che ha meno legami con una visione mediata, ragionata del mondo. Mentre tutto ciò che percepiamo con il tatto o con la vista diventa per noi materiale sul quale riflettere per analizzare la realtà che ci circonda, le sensazioni olfattive spesso rimangono in noi solo a livello inconscio, a un livello dove non avviene nessun processo di analisi razionale.

Questo fatto è dovuto in gran parte all'evoluzione, che ci ha portato a minimizzare la necessità di odorare l'ambiente e di fiutare pericoli, avendo sviluppato in maniera molto più forte altri sensi. Al contrario dell'uomo, altre specie animali hanno invece privilegiato molto di più l'odorato. Il cane, ad esempio, ha un numero di recettori neuronali ben cento volte più alto rispetto all'uomo. Alcune farfalle, specie quelle più piccole, hanno un apparato olfattivo così sviluppato che i maschi sono in grado di sentire l'odore della femmina a dieci chilometri di distanza. Così, nella maggior parte delle specie viventi, l'odore gioca un ruolo essenziale per la sopravvivenza: dalla ricerca del partner alla segnalazione del proprio territorio, esso è implicato in un fondamentale processo comunicativo.

La storia e soprattutto le credenze dell'uomo sono da sempre legate al profumo: "Nella liturgia cattolica è uno degli elementi dell'offerta sacrificale destinata a farla accogliere dalla divinità" (J. Chevalier, A. Gheerbrant, Dizionario dei simboli). Per i Romani e per i Greci gli odori servivano a svolgere molteplici funzioni rituali, così come nell'antico Egitto.
Per la sua inconsistenza, l'odore, il profumo evoca una presenza spirituale e richiama la natura dell'anima. Nelle religioni orientali, nello Yoga, il profumo è sinonimo di perfezione, espressione di virtù.

Se nella nostra quotidianità l'olfatto non è un mezzo di comunicazione dichiarato, i profumi e gli odori che sentiamo diventano lo stesso, inevitabilmente, parte della nostra percezione del mondo. Proprio la natura "inconsapevole" del nostro odorare fa sì al contrario che esso giochi un peso notevole nell'ambito delle emozioni.

"Colui che domina gli odori domina il cuore degli uomini" 

"Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell'apparenza, del sentimento e della volontà. Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa penetra in noi come l'aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente non c'è modo di opporvisi".

L'apoteosi dell'olfatto nel libro di Patrick Süskind "Il profumo"

 


La psicologia del profumo

La psicologia del profumo è fondata in parte sul potere suggestivo che soltanto i profumi della natura possiedono. Questi hanno avuto tempo millenni per insediarsi nel profondo della nostra psiche. L'incenso e le resine aromatiche hanno da sempre accompagnato i riti religiosi, le spezie profumate i nostri cibi, i balsami e gli infusi ci hanno curato.

La psicologia del profumo dipende in primo luogo però dalla psicologia dell'olfatto, vale a dire dell'effetto che l'odore produce sul sistema nervoso e sulla psiche umana attivando il sistema endocrino in modo ricorrente e prevedibile, com'è stato dimostrato dai ricercatori nel campo della psicoaromaterapia.
Alcuni aromi sono veri e propri archetipi di un linguaggio olfattivo e parlano al nostro inconscio in modo assai più eloquente e convincente d'un discorso.

La memoria olfattiva è talmente arcaica che associa ad un odore un'immagine emozionale. Quando questo odore è risentito dopo anni, la memoria olfattiva attiva il sistema endocrino per riprodurre con i neuro-trasmettitori (adrenalina, endorfina ecc.) l'emozione o lo stato d'animo che accompagnò l'odore nel passato.
L'esperienza emozionale legata all'odore è alla base del processo d'apprendimento degli organismi viventi ed è talmente necessaria alla loro sopravvivenza che le memorie olfattive sono trasmesse insieme al patrimonio genetico.
E' facile prevedere che gli aromi evocatori di vacanze avranno un effetto de-stressante, e che quelli che ricordano la casa e la famiglia saranno rassicuranti.

E' quindi possibile prevedere l'effetto di un gran numero d'odori. Su questa conoscenza sono basate la psicologia olfattiva e le scenografie olfattive.

Le scenografie olfattive hanno il potenziale di trasformare le performance artistiche in vere esperienze sinestetiche dove la fusione dei sensi, vista, udito ed olfatto, accade realmente in una percezione globale dell'opera artistica.

LA SINESTESIA 

Si parla di sinestesia, quando si associano due o più percezioni relative a sensi diversi.

Esempio verbale:

…All’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? S. Quasimodo
«su i freschi pensieri / che l’anima schiude / novella» (G. D’Annunzio, “La pioggia nel pineto”);

«corsi a vedere il colore del vento» (F. De Andrè, “Il sogno di Maria”). 

profumo fresco (olfatto e tatto)

colori chiassosi (vista e udito)

muto sapore (udito e gusto)



Che cosa significa sinestesia?

La parola sinestesia, che significa sensazione collegata, mostra una analogia con anestesia, che significa assenza di sensazioni. Essa denota la rara capacità di udire colori, gustare forme, o altre mescolanze di esperienze sensoriali assurde, la cui consistenza sembra difficile da immaginare per la maggior parte di noi. Un sinesteta potrebbe descrivere il colore, la forma e il sapore di una voce o di una musica, il cui ritmo gli sembra “pezzi di vetro”, o uno scintillio di triangoli colorati frastagliati che si muovono nel campo visivo.

Oppure, vedendo il colore rosso, potrebbe scoprire il profumo del colore rosso. L'esperienza è spesso proiettata fuori dall'individuo, piuttosto che apparire come una sua immagine mentale. I soggetti sinestetici sono normali nel senso convenzionale: appaiono vivaci e provengono da tutti i gruppi sociali. Dal punto di vista clinico, i sinesteti sembrano mentalmente equilibrati. Il fenomeno colpisce prevalentemente le donne: negli USA si è trovato un rapporto da 3/1, mentre nel Regno Unito è stato rilevato un rapporto da 8/1. L’incidenza della sinestesia è di circa 1 individuo su 2.000 anche se alcuni esperti ritengono che una persona su 300 presenti una variante meno eclatante.

Il tipo di sinestesia più comune è la sinestesia associata ai grafemi. Un sinesteta associa ad un certo grafema (es. la lettera “A” o il numero “7″) un certo colore. Ad esempio la “A” potrebbe essere associata al rosso: alcune persone vedono effettivamente le lettere colorate, altri creano un’associazione nella loro mente, ma riescono comunque a definire il “vero” colore della lettera. Altri tipi di sinestesia più rari coinvolgono, ad esempio, il gusto: in questo caso la persona percepisce una certa sensazione gustativa quando pronuncia una determinata parola.

Un’altra forma intrigante di sinestesia è quella lessico-gustativa per cui alcuni soggetti associano un gusto alle parole e sentono, per esempio, sulla lingua il gusto del cioccolato per la parola “lampada” o  il sapore di mela per la parola “sedia”.
Julia Simmer dell’Università di Edimburgo e i suoi colleghi hanno mostrato qualche anno fa ad alcuni soggetti con sinestesia lessico-gustativa 96 immagini di oggetti poco noti, come un gazebo, una geisha, un metronomo.
Questo ha eccitato, come atteso, una sensazione gustativa sulla lingua anche se le persone,  riconosciuti gli oggetti, non riuscivano a ricordare come si chiamavano, né con quale lettera cominciava il nome o quante sillabe conteneva la parola. Una donna, per esempio, incapace di ricordare la parola “grammofono”, dichiarò di sentire gusto di cioccolato, esattamente il gusto che per lei era associato a quella parola.
Secondo Simmer, questo dimostra che è il significato della parola — e non il suono della stessa — a evocare la sensazione di gusto in queste persone.

Un sinesteta sa sempre di esserlo? Non importa quali sensi siano coinvolti in una sinestesia, è sorprendente come tutte le storie dei sinesteti siano tra loro simili. Uno dopo l'altro essi dichiarano che le loro associazioni intersensoriali rimangono stabili durante la loro vita, cioè, se la parola martello è rossa a puntini bianchi, è sempre percepita così. Sono sorpresi di scoprire che gli altri non percepiscono parole, numeri, suoni e sapori come li percepiscono loro. Riferiscono di avere sempre avuto percezioni simili da quando possono ricordarsene e che, nei loro primi anni, qualsiasi descrizione ne facessero, era ritenuta ridicola e non credibile. Pur mantenendo nascosta la loro esperienza, essa rimaneva vivida e irreprimibile, priva di qualsiasi controllo volontario.

Daphne Maurer, psicologo all’università di McMaster, ha ipotizzato che tutti gli esseri umani in realtà nascano con i collegamenti neurali che permettono la sinestesia, ma che la maggior parte di noi perda questi collegamenti nel corso dello sviluppo.

Un famoso test per individuare sinesteti grafema->colore è l’utilizzo dell’effetto Stroop. Un esempio di questo effetto è il seguente:

dite ad alta voce, ed il più velocemente possibile i colori di queste parole

Rosso Blu Verde Giallo Nero Blu

ora fate lo stesso con queste

Blu Giallo Blu Verde Rosso Rosso Blu

L’effetto Stroop è l’effetto per cui è più difficile dire i colori della seconda serie di parole rispetto alla prima, in quanto nel nostro cervello c’è un’interferenza fra il significato della parola e la percezione della parola stessa. Se ad un sinesteta che vede il numero 6 in rosso viene fatto lo stesso test chiedendogli di dire il colore di questi due numeri:

6 6

la performance nel nominare il colore del secondo sarà più bassa che per il primo.

 


La forza dei ricordi sinestetici.

 

Ciascuno di noi ricorda il profumo del pane, dei fiori o di qualche altra cosa. Ma mentre ci torna chiaramente alla mente la situazione nella quale abbiamo avuto delle esperienze olfattive, quasi nessuno può ricordare veramente un odore o un'altra sensazione momentanea, cosa che succede sempre ai soggetti sinestetici. Il caso di Michael portò inaspettatamente la sinestesia alla mia attenzione, durante la preparazione di un cibo, pronunciando la frase “non ci sono abbastanza punte sul pollo”. Molti anni più tardi Michael e io stavamo di nuovo cucinando un pollo arrosto e per fare dell'ironia dissi una frase come “cambiare la forma”. Egli mi corresse, sottolineando che “io ricordo l'immagine, non la situazione. Il pollo era uniformemente rotondo ma non aveva abbastanza punte”. Io invece ricordavo la situazione ma non i dettegli di natura sensoriale.


 

Odori e colori


Tratto dalle schede di Lidia Beduschi pubblicate dall’Editore Negretto.

Qui trovate le combinazioni che abbiamo usato per “costruire” il codice degli odori.

In alcuni casi le tre profumazioni che abbiamo combinato hanno il colore del colore (scusate il gioco di parole!) che rappresentano, come ad esempio i 3 profumi di bianco: giglio bianco, latte, polpa di cocco, che sono appuntobianchi. Sono i casi che ritrovate anche per giallo, verde, marrone.. Negli altri invece abbiamo combinato 2 profumi che corrispondono al colore e 1 profumo che in qualche modo puo’ essere associato al colore.

Così è per nero, dove il profumo incenso si riferisce piuttosto ad uno dei significati del nero nella nostra cultura, quello del lutto.

Rosso associa la rossa ciliegia e la rossa polpa dell’anguria al profumo di olio solare, perché il rosso è un colore caldo, “estivo”.

Blu ha una nota di fiore di tiglio che pur rimandando all’inizio dell’estate, ci trasmette una sensazione di fresco.

Grigio è il fumo, ma anche il raffinato Chanel N. 5 a ricordarci appunto che il grigio è un colore che si usa per essere eleganti e non vistosi, ed è anche il timo un’erba aromatica impiegata in cucina, per dirci che il grigio puo’ essere molto semplice, “anonimo”.

Le scelte possibili per rosa erano tantissime, d’obbligo il profumo della rosa da cui prende il nome in italiano, poi ancora un altro fiore prezioso nella varietà rosa l’orchidea, e infine la pesca un frutto che nasce da fiori rosa e che ha una buccia sottile, vellutata sfumata di rosa.

Per rappresentare viola era d’obbligo la violetta, da cui il colore in italiano prende il nome, ma vi abbiamo associato anche un altro fiore viola più chiaro la lavanda e il profumo di sandalo a sottolineare la preziosità del colore.

La stessa cosa abbiamo fatto per arancione, due frutti di colore arancione, l’arancia l’albicocca e un profumo esotico il patchouly.

Non eravamo obbligati a scegliere questi odori/profumi, ma dobbiamo sempre ricordare che ciò che ci interessa è costruire un codice convenzionale attraverso il quale costruire una corrispondenza tra 1 odore e 1 colore.

  • NERO: liquirizia + carbone + incenso
  • BIANCO: giglio bianco + latte + polpa di cocco
  • ROSSO: ciliegia + anguria + olio solare
  • GIALLO: limone + zafferano + ananas
  • VERDE: erba tagliata + the verde + kiwi
  • BLU: brezza marina + lavanda + tiglio
  • MARRONE: cioccolato + legno + tabacco
  • GRIGIO: fumo + chanel n.5 + timo
  • ROSA: rosa + orchidea + pesca
  • VIOLA: violetta + lavanda + sandalo
  • ARANCIONE: arancio + albicocca + patchouly

Potevamo scegliere altri profumi/odori, certo! Questo significa anche che ciascuno può scegliere secondo le sue preferenze i profumi/odori di ciascun colore? Assolutamente no! non potremmo avere nessun codice condiviso per costruirci l’idea/immagine mentale del nero, del viola, del rosa, ecc.

Sarebbe come se ciascuno di noi pretendesse di inventarsi il proprio personale alfabeto per scrivere una lettera ad un amico, per scrivere un racconto, una poesia, come se un musicista inventasse e pretendesse di usare una propria del tutto personale notazione per scrivere un brano musicale: nessun altro eccetto lui potrebbe e saprebbe eseguirlo.

Lo stesso procedimento è stato usato per costruire il codice dei simboli tattili di ciascun colore, che trovate sulle pagine del Kit 11, e dei suoni che trovate alla fine del breve racconto in cui ogni colore si presenta. Ma vediamoli ora più da vicino.

          


 

TEST DI SINESTESIA

Abbiamo messo alla prova le nostre capacità percettive cercando con uno schema di riferimento riportato qui di seguito, di sentire e di tradurre le sensazioni olfattive per mezzo degli altri sensi. Come si è svolta la prova: con un cartoncino impregnato di essenze naturali caratterizzate da note di base come VETIVER,  MUSCHIO DI QUERCIA e RESINA DI BENZOINO, abbiamo sollecitato il nostro senso dell'olfatto in tre momenti diversi; immediatamente appena distribuita la miscela di essenze, dopo dieci minuti e dopo una buona ora trascrivendo sullo schema le impressioni avute.

note_base2

RISULTATI DEL TEST

Per mezzo di alcuni grafici possiamo visualizzare i risultati ottenuti.

IL COLORE
Per quello che riguarda la traduzione per mezzo del linguaggi dei colori delle sensazioni olfattive delle precedenti essenze  abbiamo emergere i colori tra il verde ed il marrone (un verde muschiato) alla prima impressione, sostituita da una seconda in cui il marrone è più dominate, quindi un verde molto più scuro ed infine emerge decisamente il marrone con una leggere venatura ambrata di giallo.

base_colore


IL SAPORE

Il gusto fa emergere ad una prima impressione l'amaro e l'acido sostituiti dal dolce amaro per infine perdersi nei sapori muschiati, speziati, piccanti.

base_sapore

IL SUONO

La sollecitazione olfattiva può essere tradotta dal punto di vista del suono con, alla prima impressione, i suoni squillanti delle percussioni qui definiti con campane, tamburi e vibrafono, che passano nella seconda sollecitazione a suoni più melodiosi come gli archi bassi temperati dagli squilli addolciti di vibrafono ed ottoni, mentre l'ultima percezione è dominata dagli archi bassi amalgamati al suono intenso del gong

base_suono

IL CORPO

aAnche le parti del corpo possono essere collegate alle impressioni olfattive, cioè si può focalizzare spontaneamente o concentrando la propria attenzione in modo da trasferire le impressioni stimolate dai profumi alle percezioni tattili più abituali del nostro corpo.

Anche qui la percezione si trasferisce a seconda della lunghezza del  tempo in cui avviene il contatto con l'organo dell'olfatto, le molecole percepite infatti si modificano e mutano la prima stimolazione si focalizza tra la testa ed il cuore, mentre nella seconda emerge decisamente l'area del viso, mentre termina nella zona del basso addome tra genitali ed intestino.

base_corpo

Allegati:
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Ultimo aggiornamento Lunedì 08 Novembre 2010 17:29  

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