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Le verruche - LA MAGIA TERAPEUTICA

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erboristeria | fitoterapia | Sale | simboli

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Indice
Le verruche
DEFINIZIONE DI VERRUCA
TRANSFERT PRODIGIOSO SU CORPI INERTI
TRANSFERT PER MEZZO DEL SALE
IL TRANFERT SECONDO GLI ANTICHI CULTI NATURALISTI
INSEMINAZIONE E TRANSFERT CON SEMI O FRUTTI
TRANSFER CON LE MELE O LA ZUCCA
LA MAGIA TERAPEUTICA
TERAPIE NATURALI
FITOTERAPIA ED ERBORISTERIA
LE VERRUCHE CON I FIORI DI BACH
Tutte le pagine

LA MAGIA TERAPEUTICA.

Nel campo della magia terapeutica un rito conosciuto come “nganda li puorri” era un incantesimo efficace nel medioevo per la cura delle verruche. Il rito si compiva per fasi successive in cinque giorni.

magia_tnIl primo giorno la guaritrice conduceva il paziente affetto da verruche fin sulla riva del fiume. La strada era scoscesa: una distanza di circa tre chilometri che andava percorsa a piedi. Qui la guaritrice faceva immergere le parti affette nell’acqua corrente mentre essa raccoglieva dai campi un numero sufficiente di steli di grano. Compiuto ciò, il paziente si disponeva presso la guaritrice che di uno stelo staccava un nodino e, tenendolo nelle dita della mano dx, con esso faceva il segno della Croce, toccandosi il petto, la fronte e gli omeri ed invocando Padre, Figlio e Spirito Santo. Quindi strofinava il nodino su un porro ed alla sua domanda “taglio?” il paziente era tenuto a rispondere : “porro”. Un secondo nodino accompagnava il segno della Croce per essere poi strofinato su altra verruca, ed ancora a “taglio?”, il paziente rispondeva “puorro”. L’intera operazione si ripeteva tante volte per quanto erano le verruche da cui era affetto il paziente. Infine tutti i nodini corrispondenti al numero delle verruche, che la guaritrice aveva accumulato e serbato nella mano sinistra, venivano dati al paziente perché li affidasse alla corrente del fiume. Ancora una volta il paziente era invitato ad immergersi e la guaritrice, sfiorando il pelo dell’acqua con la mano aperta disposta verticalmente effettuava ripetutamente il segno della Croce invocando di volta in volta :”in nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo”. Conclusa questa prima fase, il ritorno al paese andava effettuato mantenendosi rigorosamente sul ciglio della via percorso all’andata.

 

Il secondo giorno la guaritrice riceveva il paziente presso la propria abitazione e da piantine di grano staccava i nodini coi quali, singolarmente, si segnava della Croce prima di strofinarli sulle verruche e domandava “che taglio?” ed ottenendo in risposta “puorro”. Al termine, i nodini, tanti quanti le verruche, venivano avvolti in un pezzo di carta e consegnati al paziente il quale, senza rivolgere parola ad alcuno,doveva raggiungere un torrente, una fonte o comunque un rivolo d’acqua a cui affidarli, avendo poi l’accortezza di allontanarsi a ritroso, senza mai più avvicinarsi al luogo in cui i frammenti di stelo erano stati abbandonati alle acque. Il rito del secondo giorno andava invariabilmente ripetuto nel terzo, nel quarto e nel quinto successivi.

 



Ultimo aggiornamento Domenica 02 Agosto 2009 19:29  

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