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Terza lezione: Prana

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Indice
Terza lezione: Prana
La somma di tutte le energie
I cinque prana
Pranayama è respirazione
La meditazione
Respirare bene per sentirsi bene
Prana ed olfatto
TEST DI SINESTESIA
Tutte le pagine

Tutto quel che si muove nel nostro universo manifesta prana, grazie a ciò il vento soffia, l' aereo decolla, la terra trema il filosofo pensa.
Il prana e' universale.

Tutto cio' che esiste visibile ed invisibile e' un vortice di prana.

Ma che cos'e' questo prana? 

E’ difficile spiegare il Prana, come lo è spiegare Dio. È’ energia fisica, mentale, intellettuale, sessuale, spirituale e cosmica, é l'energia non visibile o potenziale esistente in tutti gli esseri.

È il primo propulsore di tutte le attività. È l'energia che crea, protegge e distrugge. Vigore, potenza, vitalità, vita e spirito sono tutte forme di Prana.

Secondo le Upanisad, il Prana è il principio della vita e della coscienza. È equiparato all'Io reale (Atman). Il Prana è il soffio di vita in tutti gli esseri dell'universo, che nascono e vivono grazie ad esso, e quando muoiono, il loro soffio (prana) individuale si dissolve nel soffio (soffio) cosmico. È la sorgente di ogni conoscenza.

Prana viene solitamente tradotto come respiro, tuttavia questa è soltanto una delle sue tante manifestazioni neI corpo umano. Se il respiro si arresta, si arresta anche la vita.

 

E' energia intelligente, piu' sottile di quella atomica, che costituisce la vita.

 

Nelle scritture Indu' il prana viene descritto come un insieme di scintille di energia intelligente. Nel mondo fisico vi sono due tipi di prana:

1.      l' energia cosmica vibratoria onnipresente nell' universo,

2.      l' energia che sostiene e pervade il corpo umano.


 

La somma di tutte le energie

Prana e' la somma di tutte le energie contenute nell'universo. Per gli yogi l'universo e' costituito di Akasa, l' etere cosmico e di Prana, l' energia vitale. Tutte le forme della materia nascono quando Prana agisce su Akasa.

Ci si puo' chiedere perche' il termine Prana invece di Energia?

Per gli occidentali il termine energia esprime un concetto meno vasto e troppo materialistico rispetto al pensiero degli orientali.

Per gli yogi il prana e' presente nell'aria, nonostante ciò esso non e' ne' ossigeno, ne' azoto, ne' alcun altro componente chimico presente nell' atmosfera;

1.      il prana esiste nel cibo, nell' acqua, nella luce del sole, e' immateriale ma presente in ogni manifestazione divina e può esser assunto con la respirazione.

2.      Gli yogi sostengono che il prana puo' essere immagazzinato e accumulato nel sistema nervoso,

3.      che attraverso la pratica dello yoga e' possibile dirigere a volontà questa corrente di prana mediante il pensiero, perché anch'esso e' prana.

In sostanza questo concetto corrisponde a quello della fisica nucleare, che considera qualsiasi materia come energia "organizzata" in maniera diversa. Il magnetismo, l'elettricità e la forza di gravità sono manifestazioni diverse di energia.

Jung racconta di aver studiato che un gruppo di primitivi iniziava la propria giornata respirando nel palmo delle mani e offrendo il respiro al Sole nascente. Quando Jung li interrogò, facendo loro gentilmente rilevare che quella, per lui, era solo una superstizione, gli uomini della tribù risero della sua incapacità di comprendere l’elementare “dovere” di offrire il primo respiro alla fonte d’energia che mantiene in vita il mondo.

Nel corpo fisico abbiamo due tipi di energia. Una è conosciuta come prana shakti e l’altra come manas  shakti o chitta shakti .

Prana shakti rappresenta l’energia vitale o dinamismo, mentre manas shakti rappresenta l’energia mentale.. Questo significa che in organo del corpo vi sono due canali che forniscono energia.

 

La fisiologia moderna descrive due tipi di sistema nervoso, un sistema sensoriale o cognitivo e un sistema motorio, oltre al sistema simpatico e parasimpatico.

Questi due sistemi sono interconessi in ogni organo del corpo. Allo stesso modo, ogni organo è alimentato con energia mentale e pranica.

Secondo lo yoga, il corpo pranico, che comprende il prana individuale e la rete di nadi che trasporta questo prana, è diviso in cinque aree principali o sub-prana.

Questi sono conosciuti come i pancha prana: prana, apana, samana, udana e vyana.

Questi cinque prana agiscono in relazione ai cinque chakra inferiori e alle varie nadi. Non dovrebbero essere intesi come manifestazioni separate del prana ma come diverse funzioni o aree di funzione dell’unico prana o mahaprana.


 

I cinque prana

 

Prana: non è quello globale, ma appartiene ad una specifica parte del corpo situata tra le laringe e il diaframma; controlla il funzionamento di cuore e polmoni e tutte le attività della regione toracica come respirazione, deglutizione e circolazione del sangue. Questa manifestazione di prana è sperimentata in forma di particelle luminose che si muovono verso l’alto.

 

Apana: è localizzato nella regione pelvica tra l’ombelico e il perineo. Apana controlla le funzioni di reni, vescica, intestini e degli organi escretori e riproduttivi. E’ responsabile dell’espulsione di gas, aria, feci, urine e del feto al momento della nascita. Apana è sperimentato in forma di particelle luminose verso il basso.

 

Samana: il termine samana deriva dalla parola saman che significa “eguale” o “equilibrato”. Samana è situato tra l’ombelico e il diaframma, tra le due forze opposte di prana e apana e perciò, in un certo modo, agisce come equilibratore o equalizzatore per queste forze. Samana attiva e controlla gli organi digestivi e le loro secrezioni ed è responsabile della digestione e dell’assimilazione. Samana è sperimentato come un movimento laterale di luce, come l’oscillazione di un pendolo che si muove velocemente da destra a sinistra e da sinistra a destra.

 

Udana: questo prana è localizzato nelle estremità: le braccia, le gambe e la testa. Udana è responsabile di tutti gli organi sensoriali e degli organi di azione e controlla il sistema nervoso simpatico e parasimpatico. E’ sperimentato come un flusso circolare di luce che si muove verso il basso nelle braccia e nelle gambe e verso l’alto attraverso la testa.

 

Vyana: questa forza vitale pervade tutto il corpo, agisce come riserva di energia, sostiene tutti gli altri prana che richiedono un aiuto supplementare, regola e coordina tutti i movimenti muscolari e gli altri prana.

 

Tutti gli esseri viventi esistono finché riescono ad assorbire prânaattraverso il respiro, attraverso la pelle, attraverso il cibo. Quando questa energia divina entra in noi diventa prâna individuale, che percorre e permea tutto il corpo come energia sottile della vita eterna.



Pranayama è respirazione

La più ovvia manifestazione di Prana nel corpo umano è il movimento dei polmoni. Pranayama significa effettivamente il controllo dei movimenti dei polmoni, e questo movimento è associato al respiro. Il Prana muove i polmoni, il movimento dei polmoni attira aria. Inspirando riempiamo l’intero corpo di Prana, la forza vitale. Chi riesce a controllare il Prana raggiunge il potere di portarlo in un determinato stato vibratorio che può essere trasmesso ad altri facendo sorgere in loro una vibrazione similare. I grandi profeti del mondo hanno raggiunto il più grande e meraviglioso controllo del Prana, che ha dato loro enormi poteri, anche quello di influenzare il mondo.


La respirazione, quindi è un processo fisiologico autonomo, ma i movimenti respiratori sono espressione del nostro stato d’animo, riflettendo in maniera immediata la nostra situazione globale. Per esempio, quando siamo in ansia o proviamo dolore, respiriamo velocemente; quando siamo molto concentrati, il respiro è sottilissimo, quasi sospeso; quando siamo rilassati il respiro è calmo e regolare. Viceversa, attraverso il controllo consapevole del respiro, possiamo influire positivamente sul mentale e sulle emozioni.

 

Il naso è il principale organo di assunzione del prana, ma non è l’unico: la lingua e la pelle seguono in ordine di importanza. Secondo lo yoga, mentre mastichiamo il cibo, captiamo le sostanze vitali attraverso la lingua; infatti quando, stanchi ed affamati, assumiamo del cibo, ci sentiamo presto rinvigoriti, ancor prima che l’alimento arrivi nello stomaco. E’ stato dimostrato che il prana presente negli alimenti freschi, si esaurisce rapidamente ed è praticamente assente negli alimenti in scatola o conservati a lungo; perciò, il consumo regolare di cibi freschi e vitali, ricchi di energia, è fondamentale per la nostra salute. La pelle assorbe il prana dalla luce solare; per mantenerla sana, gli yoghin praticano frequenti bagni di pulizia e massaggi.


La meditazione

La meditazione significa concentrare il Prana. Come nell’oceano una piccola goccia è legata ad un’altra e una grande onda è connessa ad un’altra, così c’è una gigantesca energia e anche una raffinata e sottile energia nel corpo umano e ognuno è connesso con l’infinito oceano di energia. Portare la mente ad un alto stato di vibrazione è spiritualità, che è manifestazione di Prana. Le vibrazioni della mente sono riunite nel Samadhi. Il più basso livello di Samadhi origina visioni. Dovunque vi sia una straordinaria dimostrazione di poteri, questa è manifestazione di Prana.

Il prana, una volta assorbito dall’aria, dall’acqua, dal cibo, circola nel corpo attraverso una fitta rete di canali individuati dai maestri indiani e cinesi: chiamati meridiani nel sistema dell’agopuntura, “nadi” nello yoga. Scopo dello yoga è intensificare e controllare consciamente questo metabolismo pranico, per moltiplicare le energie fisiche, mentali e psichiche del praticante. Infatti la cosa sorprendente è che il pensiero concentrato permette di veicolare e assorbire una quantità accresciuta di prana.

Gli yoghin ci ripetono incessantemente “Dove va la coscienza, va anche l’energia”. Il pranayama (la “disciplina”, il controllo del “soffio”), porta a questa conoscenza; non è un semplice esercizio respiratorio, ma un mezzo per convogliare e distribuire le energie vitali; si tratta di operare un salto qualitativo della coscienza attraverso i mezzi che il corpo fisico ci offre.


 

Respirare bene per sentirsi bene

 

Tutti ormai riconoscono l’importanza di un’alimentazione sana e senza eccessi, per mantenere l’organismo efficiente ed in buona salute. Tuttavia, possiamo restare senza cibo o acqua per giorni, ma se non respiriamo moriremo in pochi minuti. Il respiro è vita, ma la maggior parte delle persone non ne riconosce l’importanza. L’esistenza innaturale che conduciamo, ha fatto sì che abbiamo dimenticato come si respira bene: spesso respiriamo attraverso la bocca, disordinatamente e superficialmente, accumulando una gran quantità d’aria viziata nei polmoni.

 

La principale necessità è respirare correttamente, favorendo così l’ossigenazione del sangue e dei tessuti, vale a dire:

 

1.      col naso, in modo che l’aria sia riscaldata e filtrata dalle impurità e soprattutto perché, secondo la fisiologia yoga, le ghiandole olfattive hanno l’importante compito di assorbire dall’aria la massima quantità di prana, l’energia vitale;

 

2.      secondo un ritmo lento e regolare, coinvolgendo ogni parte dei polmoni;

 

3.      ponendo l’accento sulla fase espiratoria, perché quanta più aria viziata si espira, tanta più aria fresca si può inspirare;

 

4.      ristabilendo la flessibilità e la mobilità del diaframma; si tonificano così gli organi addominali e si liberano i blocchi emotivi.  


Inoltre, la pratica dell’Hatha Yoga prevede numerose tecniche che favoriscono la pulizia di narici, lingua e polmoni (particolarmente utili a chi respira l’aria inquinata delle città) e mantengono l’elasticità del tessuto polmonare.

E’ necessario prendere coscienza del respiro per poterlo poi controllare consapevolmente; ci accorgeremo così che respiro e mente sono intimamente connessi. Infatti, quando siamo in collera o abbiamo paura, il respiro diventa rapido e superficiale, mentre se siamo rilassati o concentrati, il respiro diventa più lento e profondo. Così come lo stato della mente si riflette sul respiro, il controllo deliberato del respiro ci consente di condizionare in senso positivo la mente e le emozioni.


Prana ed olfatto

A noi interessa l’olfatto; già, perché essendo ogni chakra collegato ad un senso e ad un organo di senso posso risvegliare il chakra anche semplicemente agendo sul senso: ci impiegherò un po’ di tempo ma si può fare.

Viceversa un chakra ben risvegliato attiva in modo molto accentuato il senso: pensate semplicemente ad una donna nei primi mesi di gravidanza ed alle nausee provocate dagli odori. Se voglio lavorare in questa direzione la prima cosa che devo fare è imparare a conoscere ed utilizzare l’organo di senso, cioè il naso. E’ vero, tutti lo conosciamo, ci accompagna dalla nascita, più o meno bello, più o meno rifatto; è sempre lì, sotto i nostri occhi. Ma lo conosciamo veramente?

L’aria entra nel naso portando con sé un’infinità di messaggi. Quelli odorosi vengono captati dal bulbo olfattivo e portati nelle aree limbiche del nostro cervello: ippocampo, amigdala, ipotalamo. Da queste regioni, tramite il talamo, altra parte importante del nostro cervello, vengono trasmesse alle regioni neo corticali responsabili degli aspetti coscienti della sensazione olfattiva.

E qui si comincia a parlare di olfatto, di quella funzione sensoriale specificamente preposta alla percezione degli odori, della capacità di percepire gli odori, i profumi e distinguerli l’uno dall’altro. Il senso dell’olfatto è in genere molto sviluppato nei mammiferi – e noi siamo mammiferi – in cui ha grande importanza, a volte maggiore della vista che con l’età tende a ridursi, per l’esplorazione del mondo esterno, per avvertire la presenza della preda o dei nemici e per il riconoscimento dei sessi, tutte funzioni di cui ci siamo dimenticati.

Sapevate che siamo in grado di percepire almeno diecimila sostanze odorose?  Provate a pensarci, diecimila! Sono tante; alcune sono conosciute dalla nostra memoria recente, altre sono, sembrano sconosciute ma sono conosciute dalla nostra memoria storica, altre sono conosciute solo dalla nostra memoria cromosomica o dalla memoria che ci viene da vite precedenti, altre – poche – sono veramente sconosciute e rappresentano una nuova esperienza primordiale.

E qui possiamo fare una prima considerazione importante: un odore ci ricorda qualcosa, risveglia un’esperienza, ci porta indietro nel tempo, ci fa rivivere quell’esperienza. Vi porto un esempio banale: sentiamo odore di patate al forno, si attiva il ricordo di quanto ci piacciono, si attivano le ghiandole salivari, ci viene appetito e siamo pronti a ripetere l’esperienza suscitata da quell’odore.

Siamo pronti a soddisfare un’esperienza primordiale legata proprio a muladhara chakra: la ricerca del cibo, la cancellazione della fame. E torniamo a parlare di muladhara chakra. Muladhara chakra è il punto di partenza dell’evoluzione umana; rappresenta il massimo livello dell’evoluzione animale ed il più basso livello dell’evoluzione umana.

In muladhara noi troviamo i nostri istinti animali, quelli che ci consentono di sopravvivere in qualsiasi situazione primitiva: la ricerca del cibo per soddisfare la fame, la ricerca della sicurezza per difenderci dai nemici, la ricerca dell’altro sesso per garantire la prosecuzione della specie; e tutto questo ci è garantito dall’olfatto.

Da un buon olfatto, non da quello deteriorato che ci ritroviamo oggi, inquinato dallo smog, dalle sigarette, dai profumi e via dicendo. Un buon olfatto ci dice se c’è del buon cibo per noi, un buon olfatto ci fa percepire la presenza di nemici, fisici o psichici, un buon olfatto ci avvicina al nostro partner ideale. La ricerca di un buon olfatto, l’utilizzo di un buon olfatto è uno dei compiti dello yoga.

La prima cosa che dobbiamo imparare a fare per avere un buon olfatto è imparare a pulire lo strumento – il naso – non con il fazzoletto, non con le dita, che più di tanto non possono entrare, ma con un vero e proprio lavaggio nasale. E nello yoga noi troviamo una tecnica di purificazione – jala neti – che serve proprio a questo, a lavare il passaggio nasale, su fino ai bulbi olfattivi, e che viene fatta utilizzando acqua leggermente salata o un liquido fisiologico che si acquista in farmacia.


 

TEST DI SINESTESIA

Abbiamo messo alla prova le nostre capacità percettive cercando con uno schema di riferimento riportato qui di seguito, di sentire e di tradurre le sensazioni olfattive per mezzo degli altri sensi. Come si è svolta la prova: con un cartoncino impregnato di essenze naturali caratterizzate da note di base come BASILICO,  PETIT GRAIN ARANCIO e ZENZERO, abbiamo sollecitato il nostro senso dell'olfatto in tre momenti diversi; immediatamente appena distribuita la miscela di essenze, dopo dieci minuti e dopo una buona ora trascrivendo sullo schema le impressioni avute.

 note_cuore

RISULTATI DEL TEST

Per mezzo di alcuni grafici possiamo visualizzare i risultati ottenuti.

IL COLORE
Per quello che riguarda la traduzione per mezzo del linguaggi dei colori delle sensazioni olfattive delle precedenti essenze  abbiamo emergere i colori tra il verde ed il celeste blu (un verde muschiato) alla prima impressione, sostituita da una seconda in cui il celeste è più dominate, quindi un verde molto più scuro ed infine emerge decisamente il marrone con una leggere venatura ambrata di giallo.

CUORE_colore

 IL SAPORE

Il gusto fa emergere ad una prima impressione  l'acido se lo speziato con una presenza agrumata sostituiti dal dolce amaro per infine perdersi nei sapori freschi e acidi.

 CUORE_SAPORE

IL SUONO

La sollecitazione olfattiva può essere tradotta dal punto di vista del suono con, alla prima impressione, i suoni squillanti degli archi e delle campane con delle note ritmate come quelle sonore del vibrafono e dei tamburi, che passano nella seconda sollecitazione a suoni più melodiosi e armonici come gli archi bassi temperati dai suoni melodiosi dei fiati ed ottoni bassi, mentre l'ultima percezione è dominata dagli archi bassi amalgamati al suono intenso delle campane e tamburi bassi.

CUORE_SUONO

IL CORPO

aAnche le parti del corpo possono essere collegate alle impressioni olfattive, cioè si può focalizzare spontaneamente o concentrando la propria attenzione in modo da trasferire le impressioni stimolate dai profumi alle percezioni tattili più abituali del nostro corpo.

Anche qui la percezione si trasferisce a seconda della lunghezza del  tempo in cui avviene il contatto con l'organo dell'olfatto, le molecole percepite infatti si modificano e mutano la prima stimolazione si focalizza tra la testa ed il cuore, mentre nella seconda emerge decisamente l'area del viso, mentre termina nella zona del basso addome tra genitali ed intestino

CUORE_CORPO

DI SEGUITO LE DIAPOSITIVE DELLA TERZA LEZIONE

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Ultimo aggiornamento Domenica 21 Novembre 2010 20:45  

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