Il Budda della Medicina

Domenica 02 Agosto 2009 18:41 Ultime
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Divino | Energia vitale | erboristeria

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Buddha della Medicina viene chiamato in tibetano Sanghs-rghie-sman-la (pr.: Sanghie Men La) dove "Sanghie" è il termine usato per indicare un Buddha, mentre "Men La" significa guaritore, medico, colui che guarisce.


In sanscrito egli viene chiamato Bhaysaya Guru, che significa proprio "Sviluppatore di Guarigione".
Egli è chiamato anche il "Sovrano dell'acquamarina" poiché dal suo puro corpo (non c'è ombra di malattia nella sua mente, nel suo corpo, nella sua parola) emana una intensa luminosità di una tonalità blu come il colore dell'acquamarina.

tibetan-medicine-buddha_tnE' chiamato anche "la pura sorgente del lapislazzuli" per richiamare le qualità medicamentose presenti nella stessa pietra.

Fra i voti presi dal Buddha della Medicina, mentre era ancora un Bodhisattva, vi fu quello di aiutare senza esitazione tutte le persone che avessero recitato il suo nome e seguito i suoi insegnamenti per la propria ed altrui guarigione.

Questa guarigione potrà manifestarsi non solo nel senso della malattia, ma anche, per esempio, nel non far soffrire difficoltà materiali o condizioni avverse a tutti i praticanti.

Realizzare le qualità sublimi di guarigione vuol dire interiorizzare la pura essenza del Buddha della Medicina: egli rappresenta un livello di illuminazione di totale benessere ed è fondamentale capire e meditare profondamente questo punto.

Secondo gli insegnamenti di Buddha Shakyamuni fu il Buddha della Medicina ad insegnare la materia medica in questa porzione di universo, nel luogo detto DANADUK, "la città bella da vedere" : egli insegnò diverse opere mediche (la più importante è quella de " I quattro Tantra") a vari circoli di discepoli buddhisti quali Ananda, alcuni Bodhisattva come Cenrezig e Manjushri ed altri praticanti non buddhisti, quali Rishi, guaritori e divinità induiste.

Astrologicamente il giorno del Buddha della Medicina è l'ottavo giorno del mese lunare, ed in tale giorno il potere di guarigione è particolarmente forte.

Ci sono due versioni del Mantra del Buddha della Medicina in sanscrito, la "lunga":

Om Namo Bhagavate Bhaishajyaguru Vaidūryaprabharājāya Tathāgatāya Arhate Samyaksambuddhāya Tadyathā: Om Bhaishajye Bhaishajye Mahābhaishajye Bhaishajye Rāja Samudgate Svāhā


E la "corta", nota come "Mantra del Cuore del Buddha della Medicina":

(Tadyathā) Om Bhaishajye Bhaishajye Mahābhaishajye Bhaishajye Rāja Samudgate Svāhā

Si ritiene che la recitazione e l'ascolto di questo mantra sia molto efficace per curare dalle sofferenze fisiche e per purificarsi dal karma negativo.

Un rituale molto in uso in caso di malattia è di recitare ogni giorno il mantra nella sua forma lunga per 108 volte su un bicchiere d'acqua e poi berne il contenuto: si crede che questo santifichi l'acqua con la benedizione del Buddha della Medicina ed abbia così effetti curativi.

È abituale inoltre, nel buddhismo tibetano recitare il mantra prima di ogni pasto non vegetariano; si crede che l'animale defunto possa così essere liberato dal suo karma negativo e reincarnarsi quindi in un'esistenza più felice.


Iconografia del Budda della Medicina.
buddha-medicine4Il Budda della medicina, indossa vesti da monaco e siede nella postura a gambe incrociate come Sakyamuni ed Amithaba. La mano sinistra nel mudra della meditazione, la mano destra regge una ciotola da mendicante colma di nettare medicinale e di un frutto (amrita, l'ambrosia dell'immortalità). La mano destra e’ appoggiata al ginocchio con il palmo rivolto verso l’esterno, nel mudra del ricevere le benedizioni, e tiene lo stelo di mirabolano.
La caratteristica principale che contraddistingue il Budda della medicina e’ il suo colore blu come quello dei lapislazzuli.
In Tibet il Budda della medicina viene venerato come fonte delle arti curative in quanto grazie a lui si sono diffusi gli insegnamenti dei quattro tantra della medicina (base scritturale della medicina tibetana).
Secondo i quattro tantra, la causa fondamentale di ogni disturbo e’ dovuta ai tre principali "difetti mentali" : l’ignoranza, l’attaccamento e la crudeltà che alimentano lo svolgimento dell’esistenza ciclica. Essi poi sono anche le cause che provocano gli squilibri delle energie dell’aria, della bile e della flemma. In combinazione, le quattro coadiuvanti condizione di tempo, spiriti , cibo e comportamento fanno aumentare o diminuire gli umori. buddha-medicine2La cura delle malattie ed il mantenimento della salute sono dovuti soprattutto al ripristino dell’equilibrio dei vari elementi del corpo. Cambiamento di comportamento, dieta, medicine avranno un effetto durevole sulla salute solo se accompagnati da una trasformazione spirituale tramite la compassione, la saggezza ed il metodo che ci permette di scoprire e curare i fondamentali "difetti mentali", vera causa di ogni malattia fisica e mentale.

La medicina tradizionale del Tibet si basa sulla concezione buddhista dell’integrazione di corpo e mente e si presenta come un sistema terapeutico che si rivolge sia al fisico sia alla psiche dell’essere umano. Conosciuto come Sowa Rigpa questo sistema si articola, come quelle occidentale del resto, nei momenti dell’inquadramento delle malattie, della diagnosi, della prognosi e del trattamento terapeutico.
I principi essenziali del Sowa Rigpa sono comunemente attribuiti allo stesso Buddha Sakyamuni che li trasmise apparendo nella sua particolare forma di “Buddha della Medicina” (in tibetano, Sangye menpai Gyalpo).


La tradizione medica buddista
buddha-medicine3Verso il IV secolo d.C. questi insegnamenti furono raccolti in una serie di testi redatti in lingua sanscrita e noti con il nome di “Quattro Tantra” che furono portati in Tibet durante il regno del re Trisong Deutsen (730-786 d. C.). Questo monarca, con l’aiuto del medico tibetano Yuthog Yonten Gonpo riuniì alla sua corte un gran numero di medici provenienti da differenti Paesi (India, Cina, Nepal, Persia, Grecia ed altri ancora).

Il risultato di questa consulta e del lavoro comune che ne seguì, fu la creazione di un organico complesso di insegnamenti medici le cui componenti teoriche furono condensate da Yuthog Yonten Gonpo nell'opera Gyud Shi (scritta in lingua tibetana), redatta sotto forma di domande e risposte tra due personaggi chiamati Yeshe e Yile Kyé, ritenuti manifestazioni del “Budda della Medicina”. Il Gyud Shi è diviso in quattro parti contenenti centocinquantasei capitoli. Nel 1126 un altro importante medico tibetano, Yuthon Yonten Gonpo il giovane, perfezionò ulteriormente il Gyud Shi che trovò così la redazione definitiva con la quale è giunto fino ai giorni nostri. Il sistema medico tibetano ritiene che le componenti mentali e fisiche dell'essere umano siano legate da un rapporto di interdipendenza e afferma quindi che, a un livello “primario” lo stato di malattia è causato dallo squilibrio della energie psico-fisiche che agiscono dentro di noi mentre a un livello “immediato”, è causato da fattori e circostanze di tipo ambientale.

La scienza medica del Tibet considera il corpo umano costituito da cinque elementi o energie cosmofisiche fondamentali che buddha-medicine5sono: Terra, Acqua, Fuoco, Aria e Etere. Questi elementi sebbene presenti in ogni singola cellula, svolgono ognuno un determinato ruolo all'interno del nostro organismo.

L'elemento “Terra” esercita una particolare influenza sulla formazione del tessuto muscolare, delle ossa e regge il senso dell'odorato.

L”Acqua” è in relazione con la formazione del sangue, dei fluidi e presiede al senso del gusto.

Il “Fuoco” è responsabile della temperatura del corpo, dei colori e della vista.

L’“Aria” è in rapporto con la respirazione e il senso del tatto.

Lo “Spazio o Etere” pervade le cavità del corpo e governa il senso dell'udito.

Naturalmente quando si parla di Terra, Acqua, Fuoco, Aria e Spazio non ci si riferisce direttamente agli omonimi elementi così come si trovano in natura ma li si deve interpretare come nomi simbolici che esprimono delle “potenzialità”. Ad esempio, la Terra e l'Acqua rappresentano i concetti di pesantezza e di umidità; l'Aria la potenzialita della leggerezza, il Fuoco quella del colore, mentre lo Spazio non va considerato come un vero e proprio elemento ma piuttosto come la mancanza degli altri, una sorta di “assenza” delle altre quattro “potenzialità” e, nel corpo umano, costituisce le cavità, i punti in cui gli altri quattro elementi non sono presenti, ma che comunque sono pervasi di energia.



Cerimonia del Budda della Medicina
La cerimonia del Buddha della Medicina è una speciale puja che si svolge per purificare, attraverso delle potenti preghiere, l’anima dei morti.

buddha-medicine6Tutti sono invitati a partecipare per pregare e dedicare questa energia ai propri cari defunti. Durante la cerimonia vengono scritti i loro nomi su dei fogli di carta per essere in seguito bruciati come simbolo di purificazione.


Il Buddha diede molti insegnamenti che furono poi raccolti in libri, molti di questi oggi sono a nostra disposizione nelle nostre librerie, anche per quella parte di insegnamenti che riguarda la medicina, ma come avvenne questo?

 

Semplicemente perché tra coloro che circondavano il Buddha qualcuno andò da lui con dei problemi, e sicuramente si recò anche tanta gente malata; e alllora il Buddha si manifestò a loro come il Buddha della Medicina.

 

Si presentò vestito con gli abiti da monaco color zafferano, che simboleggiano l'autocura, l'autoguarigione, l'autoprotezione, la non violenza. Si può dire che la non violenza è la base del buddismo.

 

Se osserviamo bene un dipinto che lo raffigura, potremo notare che i lobi delle orecchie sono molto grandi, cosa che nell’antico buddha-medicine7Oriente rappresentava la vitalità corporea della persona, inoltre una capigliatura particolare che nel buddismo è in relazione con il chakra del capo e con l’aura; la ciotola che tiene nella mano sinistra contiene il nettare medicinale che dona l'immortalità, la libertà dalla malattia e dai problemi psicologici. Sulla ciotola c'è una pianta medicinale perché le medicine tibetane sono generalmente a base di erbe; ma contengono anche minerali, terre, cristalli, ecc. Nell'altra mano ha una pianta conosciuta col nome di mirabolano; secondo la medicina tibetana, può curare 404 gruppi di malattie, praticamente quasi tutte.

 

Il Buddha della Medicina si manifestò in un palazzo dai colori dell'arcobaleno. Intorno a questo palazzo vi sono delle montagne dove crescono delle piante dalle quali si ottengono delle medicine di natura fredda. All'interno del palazzo, crescono tutte le altre piante a temperatura calda che danno medicine di tipo caldo, come ad esempio il peperoncino. Quindi se uno ha una malattia di natura fredda, gli si deve dare un antidoto di natura calda. Dall'altra parte c'è una foresta solo di mirabolano e tutt'intorno gli altri tipi di piante medicinali esistenti, cristalli curativi, ecc.

 

Quindi, in definitiva che cos'è esattamente la medicina?

Buddha disse ai suoi discepoli: “Andate e portatemi qualcosa che non sia una medicina”.

Ognuno portò un oggetto strano: un sasso, un serpente, ecc., ma alla fine Buddha disse che tutto era medicina, qualsiasi cosa al mondo può diventare una medicina, sempre che lo si sappia ben utilizzare.


Cambiare il veleno in medicina

Medicine_Buddha_Assembly_tnIl concetto "cambiare il veleno in medicina" è riferito alla possibilità, dataci dalla pratica buddista, di trasformare situazioni negative, difficili e fonte di sofferenza in qualcosa di positivo. Nel suo significato più fondamentale, "cambiare il veleno in medicina" si riferisce alla trasformazione degli impulsi illusori in Illuminazione.

Spesso nella vita incontriamo situazioni che ci fanno soffrire e ci possiamo sentire come "avvelenati" dai nostri stessi sentimenti. La dottrina buddista vede l'uomo percorrere costantemente i tre sentieri di illusioni, karma e sofferenza. Si chiamano "sentieri" perché l'uno conduce all'altro in un circolo vizioso.

Ci sono molti metodi per “svegliare” l’energia, purificarla per “rimuovere” lo squilibrio e per “promuovere” la guarigione: praticare la meditazione, usare i cilindri di preghiera, accendere l’incenso, attaccare le bandiere di preghiera sono più vicini alle tradizioni popolari mentre l’agopuntura, la moxibustione e l’erboristeria necessitano di approfondite conoscenze, ma sono altrettanto utili per la cura della malattia. Gli antichi insegnamenti ci raccontano che soltanto praticando la medicina di Buddha, o soltanto vedendo un’immagine di Bhaishajyaguru, o sentendo pronunciare il suo nome si possono ottenere benefici inimmaginabili.


Meditare sul Buddha della Medicina, il Supremo Curatore (o Sangye Menla in tibetano) è non solo un metodo molto potente per curare e aumentare le capacità curative proprie e altrui, ma anche per superare le malattie interiori dell’affezione, dell’astio e dell’ignoranza.
È quindi molto venerato per alleviare le malattie e le sofferenze fisiche e mentali.
Nel buddhismo tibetano il potere del Buddha della Medicina è la benedizione più potente per curare e per risvegliare l’innata saggezza curativa che è presente in ogni individuo.


Il principio dell'eternità della vita.

t_sakyamuni_tnUn altro principio fondamentale è quello dell’eternità della vita. Molte malattie considerate incurabili possono guarire grazie ad una visione più ampia che tenga conto delle persone e del loro karma. Secondo il Buddismo, esiste una stretta relazione tra le azioni che un individuo compie nel corso della vita e gli effetti che tali azioni possono avere durante la sua esistenza presente e futura. Le forme di malattia “inguaribile” di cui un essere umano può soffrire sarebbero il risultato di azioni compiute in questa o in altre esistenze contro la Legge mistica e la vita (es. aver manifestato crudeltà verso degli esseri viventi).

 

Queste malattie “inguaribili” possono guarire solo attraverso una profonda trasformazione dell’individuo. Shakyamuni esortava le persone affette da malattie incurabili a risvegliare il loro stesso innato potere curativo, facendo emergere la natura di Budda inerente alla loro vita. Dove un comune mortale vede nella malattia incurabile una disgrazia e un dolore impossibile da superare, il Budda vede un fenomeno naturale che fa parte della vita stessa, come qualsiasi altro fenomeno.

 

La guarigione è la conseguenza naturale della trasformazione del proprio karma.
Ogni malattia ha, generalmente, più di una causa. Per alcune patologie è possibile individuare una causa predominante, per altre no.
Le sei categorie di cause di malattia esposte da T’ien-t’ai possono anche muoversi e combinarsi, determinando la comparsa di altre patologie. In generale, tutte le malattie, dal momento che sono sofferenze, sono effetti del karma, cioè di cause negative. Ma la sesta categoria (malattie karmiche) si riferisce proprio alle cosiddette malattie “inguaribili”. L’unica medicina in grado di guarirle sarebbe la pratica buddista. Nel settimo volume del Sutra del Loto si legge: “Questo sutra è la benefica medicina per le malattie di tutta l’umanità”.

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Le prime cinque cause di malattie sono prodotte nel corso dell’esistenza presente; la sesta ha origine nelle esistenze precedenti. Nel Gosho “Curare la malattia karmica”, Nichiren Daishonin afferma: I disturbi del sesto tipo derivano dal karma e sono i più difficili da guarire. Presentano diversi livelli di gravità e non è possibile formulare giudizi definitivi.
La malattia karmica può essere sia fisica che mentale. La sua cura non è un problema strettamente individuale. Infatti, oltre al karma individuale esiste anche un karma familiare e un karma collettivo (sociale) e tutti interagiscono tra di loro. Questo è il riflesso del principio di inseparabilità della vita dal suo ambiente.


Secondo il Sutra del Loto, nemmeno un Budda è completamente libero dai dolori. La malattia è considerata come la naturale manifestazione di una condizione vitale. Ciò che conta è l’atteggiamento dell’individuo e la sua capacità di attivare il potere di guarigione intrinseco alla vita stessa. Paura e rassegnazione possono essere motivo di sconfitta, mentre la combattività e il rifiuto di considerare la malattia come una condanna a morte aumentano le probabilità di guarigione. La pratica buddista serve ad attivare e utilizzare gli illimitati potenziali ed energie inerenti alla vita, tramite lo sviluppo della buddità che esiste in ogni persona.

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Ultimo aggiornamento Domenica 02 Agosto 2009 19:30  
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