La Ninfea

Giovedì 08 Settembre 2011 11:41 Ultime
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antiossidanti | erboristeria | terapia

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Nel linguaggio dei fiori la ninfea è considerata sinonimo di "purezza", evidentemente per il candore luminoso dei fiori di alcune specie.

Anticamente, in Egitto e nell'America tropicale, le ninfee erano considerate piante sacre e ad accrescere la venerazione degli indigeni contribuiva anche una caratteristica, tuttora inspiegabile, di questi fiori che si schiudono in presenza del sole e s richiudono all'avvicinarsi di temporali o del buio.

  

Descrizione.

Famiglia delle Ninfeacee.
Il genere comprende circa 40 specie.
L'origine: regioni tropicali dell'emisfero settentrionale; poche specie sono spontanee nell'Africa del Sud e in Australia.
L'aspetto: piante acquatiche palustri.
Le foglie sono rotonde, con un profondo taglio che raggiunge il punto di inserzione del gambo; possono adagiarsi sul pelo dell'acqua, ben piatte, oppure emergerne per circa un palmo; il colore varia dal verde vivo al verde sfumato in bronzo sulla pagina superiore, protetta da uno strato ceroso, mentre la pagina inferiore è sempre rossastra.

  


La Ninfea bianca

 

Dimostrata l’azione ansiolitica degli estratti di Ninfea; la pianta ha proprietà calmanti, ansiolitiche ed anafrodisiache. Il rizoma e i fiori erano usati per attenuare l'eccitazione sessuale come nel priapismo, nel satirismo, in cui a causa di abnormi eccitazioni neuropsichiche e nella ninfomania. In omeopatia è utilizzata per la cura del mal di testa e del catarro intestinale.

 

La ninfea è una pianta acquatica perenne che cresce negli stagni, nei laghetti e in tutti i luoghi dove l’acqua è ristagnante o presenta  una debole corrente; fa parte della famiglia delle Ninfeacee. La ninfea bianca è molto bella esteticamente ed è conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà anafrodisiache che le hanno conferito il nome di “distruttrice del piacere”. I fiori e la radice della ninfea bianca infatti hanno potere calmante dell’attività sessuale e, secondo la tradizione popolare, gli eremiti se ne servivano per meglio sopportare l’astinenza del celibato; inoltre hanno proprietà sedative, antinfiammatorie, emollienti e astringenti e vengono indicati per la terapia le cistiti, le tossi catarrali e le dissenterie. Per uso esterno il rizoma serve come astringente ed emolliente della pelle infiammata, specialmente per le piccole ulcerazioni della bocca e della gola.

 

 

L’estratto di Nymphaea stellata Willd. (Nymphaceae), è un'erba medicinale indicata nella letteratura ayurvedica per il suo utilizzo nel trattamento dei disturbi epatici. Le foglie radici e fiori hanno una vasta gamma di attività farmacologiche e sono utilizzati per il diabete febbri eruttive e come cardiotonico, emollienti, diuretiche, narcotico, e come afrodisiaco [1]. I fiori della pianta contengono 6 flavonoidi, acido gallico, astragalin, quercetina e kaempferolo. I semi contengono anche 7 proteine, pentasone, ecc mucillagine l’estratto totale è stato sottoposto a indagine scientifica sistematica riguardo all’attività antiossidante di questa pianta. Ci sono molte prove che indicano come i radicali liberi siano responsabili di molti disturbi come l'infiammazione, l'arteriosclerosi, l'invecchiamento e la tossicità epatica. Gli antiossidanti o inibitori di ossidazione sono i composti che ritardano o impediscono l'ossidazione in generale e prolungare la vita dei tessuti biologici.

 

1. Intensa azione antibatterica di una lectina estratta dal tubero di  Nymphaea contro quattro  batteri patogeni (Bacillus subtilis, Sarcina lutea, Shigella Shiga, e Shigella sonnei). Inoltre, è stata provata l'attività antiproliferativa di questa lectina contro il carcinoma ascite Ehrlich (EAC), infatti le culture di cellule mutagene hanno evidenziato rispettivamente il 56% e 76% di inibizione in vivo nei topi a 1,5 mg / kg / die e 3 mg / kg / die,. 

 

2. Effetti radioprotettivi di geraniin, un componente estratto da un composto isolato dal tannino della Nymphaea tetragona Georgi var. (Nymphaeaceae), attivo nei confronti dei danni indotti dalle radiazioni procurate è stata studiata sui fibroblasti e cellule di polmone di criceto cinese (V79-4). L’stratto testato ha ridotto il apoptosi indotta da radiazione γ con inibizione della perdita del potenziale di membrana mitocondriale.

 

3. Prevenzione del diabete con l’uso della Ninfea. Confermata la scoperta di principi attivi che inducono la rigenerazione delle cellule pancreatiche beta delle isole di Langerhans questa tecnica sarebbe utile per sviluppare nuovi approcci terapeutici per il trattamento del diabete. La somministrazione orale di estratto di Nymphaea per 45 giorni ha abbassato in modo significativo (p

4. L'estratto di fiori mostra un significativa riduzione dei livelli di glicemia dopo assunzione di acqua, cibo, zucchero a digiuno, nelle urine, con normalizzazone di azotemia, TL, TC, TG, FFA, fosfolipidi, colesterolo LDL, VLDL e AI. Essa mostra anche un aumento significativo del peso corporeo, insulina plasmatica, proteine, emoglobina e livelli di HDL.

L'estratto etanolico di foglie di Nymphaea stellata dato per via orale a ratti diabetici alla dose di 100 e 200 mg / kg / die per sette giorni ha ridotto in modo significativo del 31,6 e del 42,6% il livello di glicemia aumentato mediante iniezione intraperitoneale di 120 mg / die di allossana. Inoltre, il trattamento significativamente influenzato i livelli plasmatici di colesterolo e trigliceridi.

 

5. Attività antiossidante dimostrata dei composti fenolici di Ninfea. Nymphaea candida chiamata Uighur nella medicina tradizionale dello Xinjiang Cinese viene comunemente utilizzata per il trattamento di dolori di testa, tosse, l'epatite e l'ipertensione. In questo articolo, l'estratto di N. candida è stata verificata l'attività antiossidante, con  la determinazione della potenza nei confronti della protezione ossidativa indotta da agenti aggressivi cellulari; nello stesso studio e stato dimostrata l’azione di riequilibrio nei confronti del fegato con al normalizzazione delle transaminasi.



La leggenda  collegata alla Ninfea.
 
Tantissimo tempo fa una Ninfa bellissima viveva presso un lago. Un raggio di sole la vide e si innamorò perdutamente di lei, così scese dal cielo e le si avvicinò.  
Il raggio di sole era vestito con un abito lucente tutto d’oro e la Ninfa sivergognò perchè indossava un abito di perle.
 
Sentendosi inferiore e mortificata dalla ricchezza del raggio di sole, decise di scendere sul fondo del lago dove era nascosto un immenso tesoro e di portare in superficie dell’oro da mostrare al raggio di sole.
 
Così, la Ninfa raccolse dell’oro dal fondo del lago, ma era così pesante che la trascinò giù. La Ninfa sprofondò sempre di più e fu ricoperta dal fango. Solamente le sue mani piene d’oro rimasero visibili.
 
Il raggio di sole la cercò ma non la trovò: la sua amata Ninfa si era trasformata in un bellissimo fiore acquatico, la Ninfea, che si apriva non appena lui spuntava e si chiudeva quando lui tramontava.

 

Le ninfee e le antiche mitologie

 

Le Ninfee sono anche simboli religiosi in molte tradizioni, dal politeismo degli antichi egizi, al buddismo  e all'induismo, e sono comunemente associate con l'illuminazione e la risurrezione, come i fiori delle ninfee che sembrano morire di notte, per rivivere la mattina con la luce del sole.

Nella mitologia greca è considerata il simbolo dell’amore non corrisposto, ma anche dell’amore platonico. Gli Egizi hanno scelto questo fiore per ornare, dipinto le pareti delle tombe dei faraoni. In Oriente, la ninfea simboleggia l’alba, l’arrivo del sole; alcune varietà si aprono quando sorge il sole e poi si richiudono al tramonto. Giglio d’acqua è il nome utilizzato per indicare la ninfea nei paesi anglosassoni; qui rappresenta la castità, la purezza, e la freddezza.

Gli antichi egizi adoravano le ninfee del Nilo, o fiori di loto come sono anche chiamate. La ninfea caerulea apre i suoi fiori al mattino e li affonda nell'acqua al tramonto, mentre la ninfea lotus fiorisce di notte e chiude i fiori al mattino. Resti di entrambi i fiori sono stati trovati nella camera sepolcrale di Ramsete II.
Gli egizi, che nella scelta dei simboli utilizzati nei loro geroglifici attingevano alla realtà che li circondava, avevano rappresentato la ninfea in alcuni segni. In uno di essi è disegnato il fiore di ninfea:mentre in un altro, utilizzato come simbolo numerico per indicare la cifra 10.000, è rappresentata una foglia di ninfea con lo stelo e il rizoma sommersi.

 

HAMSA UPANISAD

 

La Hamsa Upanisad è un testo assai antico che  prende il nome da un appellativo indicante l'anima individuale, simile a un "uccello", (hamsa = oca), migrante d'esistenza in esistenza fin quando non raggiunga la liberazione, ossia finché non riconosca la propria identità con il Brahman, o Siva, il Supremo Spirito, il Paramahamsa, e non abbandoni la ninfea del cuore, dove risiedono le passioni e i condizionamenti propri dell'individualità. I mezzi per raggiungere lo scopo sono lo studio e le pratiche yogiche: l'anima s'eleverà, superando i sei cakra e ottenendo via via poteri meravigliosi, che s'accompagnano con il percepimento di suoni mistici, che sono le varie tonalità del brusio indistinto (nada) provocato dall'aria inspirata durante la circolazione nel corpo sottile.

Citazione:

8. Nel mezzo [della ninfea del cuore] c'è la rinuncia, negli steli lo stato di veglia, nel pericarpo lo stato di sonno, nell'androceo lo stato di sonno profondo. Il quarto stato [lo si raggiunge] quando si è abbandonata la ninfea [del cuore]. Quando l'anima s'è dissolta nel nada, allora si dice che c'è lo stato che è al di là del quarto, al di là del pensiero, al di là dello stesso mantra Hamso, Hamso. E tutto così avviene per effetto del [mantra] Hamso, Hamso: da esso il pensiero [del devoto] è mosso.
[Il devoto] giunge a godere il nada ripetendo [il mantra] dieci milioni di volte: tutto così avviene per effetto del [mantra] Hamso, Hamso. Il nada si manifesta in dieci modi: dapprima come cini, poi come cincini, il terzo grado è come il suono d'una campana, il quarto è come i] suono d'una conchiglia, il quinto è come il suono d'una corda, il sesto è come un battito di mani, il settimo è come il suono d'un flauto, l'ottavo è come il suono d'un tamburo, il nono è come il suono d'una cassa armonica, il decimo è come il rumore d'un tuono. Bisogna tralasciare il nono grado [e i precedenti]
e concentrarsi soltanto sul decimo.

 

 

 

Il simbolismo buddista

Secondo l’iconografia buddista i Fiori di ninfea o di loto, rosa o blu possono rappresentare gli esseri umani suddivisi in  3 tipi, dal momento che possono avere i piedi radicati  nella terra, il corpo nell’acqua, e la testa fuori dall'acqua.

Perché duinque emergono dalla melma e dalla corruzione, poi crescono attraverso l'acqua purificatrice per emergere alla luce del sole, questi fiori sono visti come metafore per lo sviluppo dell'essere individuale verso l'illuminazione. Vale a dire, il fiore è sinonimo di rinuncia ai coinvolgimenti del samsara, a favore della  pura aspirazione che è il desiderio di illuminazione e di compassione per il bene degli altri.

 

Ultimo aggiornamento Mercoledì 14 Settembre 2011 18:27  
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