Indice |
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Seconda lezione |
La Viriditas |
GYNKGOOACEAE |
TAXODIACEAE |
CUPRESSACEAE |
PINACEE (Pini, Abeti, Larici, Cedri), Tsuga) |
PINUS |
ABIES |
LARIX |
CEDRUS |
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La Viriditas
"All'inizio tutte le creature verdeggiarono, nel mezzo i fiori fiorirono, poi la forza vitale (viriditas) diminuì”
(Liber divinorum operum, pars III visio X, PL 1005D-1006D)
Ildegarda, è stata sempre annoverata tra i mistici, eppure lei non ha mai perso di vista il mondo materiale, visibile e percepibile, come cosa meravigliosa proprio in quanto voluta e creata da Dio e da Lui dotata di quella straordinaria linfa, che tutto muove, tutto fa vivere; quella viriditas appunto, che, per lei è la vita; e la vita è il miracolo più grande.
La lettura delle opere di Ildegarda di Bingen ciò ci svela possibilità insospettate del mondo naturale; dal punto di vista medico, alimentare, terapeutico in genere.
Alla base di tutto la profetessa renana (Bermersheim, 1098 – Bingen, 17 settembre 1179) sa che c’è quel filo miracoloso, quell’energia vitale, che lega noi, esseri viventi, all’intero mondo naturale; infatti non dobbiamo mai dimenticare che tra natura ed esseri umani c’è un rapporto continuo ed è dunque nei prodotti della natura che l’uomo deve cercare ciò che fa bene al suo equilibrio, alla sua salute.
Così potremmo anche pensare che la viriditas , di cui lei tanto spesso parla, oltre ad essere quel fluido prodigioso che attraversa, innervandole, tutte le creature e il cosmo stesso, è proprio il potere nascosto in tutto ciò che, appunto, “verdeggia”. Ciò che è verde è vivo, palpitante e attraverso le suefibre e le radici, anche profonde, passa la vita, e la vita genera frutti di ogni specie, che arricchiscono la bellezza del creato.
Queste a loro volta, si preparano a produrre ancora, in un processo continuo, infinito ed esaltante: il processo vitale, che non si arresta mai e che, per uno straordinario prodigio, è capace di generare vita anche dalla morte.
Per questo ci piace chiudere queste riflessioni su Ildegarda con un riferimento alla donna, lo scrigno della vita, che è per lei, la personificazione dell’Amore, la splendida figura femminile che, nell’opera della profetessa si autodefinisce in questo modo: «Sono l’energia suprema e fiammeggiante che trasmette fuoco a ogni vivente scintilla…sono la lucente vita dell’essenza divina; scorro splendente sui campi, brillo sulle acque, brucio nel sole, nella luna e nelle stelle…Insieme al vento ravvivo tutte le cose con energia invisibile e onnipresente…Forza che penetra fino alle più alte altezze e in tutte le profondità, che lega insieme e fa maturare tutte le cose…da lei le nubi ricevono il loro movimento, l’aria il suo volo, le pietre la loro consistenza, per lei l’acqua zampilla in ruscelli e per causa sua la terra fa nascere le piante…».
Qualcosa dunque di profondamente femminile, una forza diffusiva di disponibilità infinita.