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Home Notizie Ultime INTESTINO ED EMOZIONI. Il "secondo cervello" - PARTE 2

INTESTINO ED EMOZIONI. Il "secondo cervello" - PARTE 2

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Continuiamo dunque con la seconda e ultima parte dell'articolo sulle Emozioni e l'Intestino.

 Concludiamo dunque parlando del trattamento delle problematiche intestinali. 
 Ovviamente è consigliato leggere l'articolo precedente per capire al meglio questa seconda parte.


TRATTAMENTO

La variabilità della sintomatologia, e soprattutto l’incertezza relativa alle cause di tale sindrome, rendono quanto mai difficile individuare una strategia terapeutica COMUNE a tutti i pazienti.
Di solito il trattamento del colon irritabile è SINTOMATICO, ovvero finalizzato ad alleviare i disturbi e a limitare le ricadute.
Si debbono prendere in considerazione 3 modalità terapeutiche:

  • intervento psicologico/comportamentale. Si basa essenzialmente sull’ instaurazione di un rapporto di fiducia e collaborazione col medico curante, il quale potrà consigliare l’utilità di tecniche per alleviare la tensione e ridurre l’emotività (Fiori di Bach: con IRRITABILITÀ Verso chiunque stia intorno Impatiens ad es.) o consigliare il ricorso ad una blanda terapia ansiolitica o sedativa (Escoltzia, Passiflora, Luppolo, Lavanda, Arancio fiori).
  • RIPARAZIONE CON ESSENZE FLOREALI:
  1. oSCLERANTHUS: Il dubbio continuo, la facilità al pianto, la commozione con le note musicali, oltre a nausea, colon irritabile e altri sintomi, fanno parte del quadro clinico.
  2. oBOTTLEBRUSH (Callistenon Linearis): Fisicamente agisce in modo ottimale sul colon, aiutando nella sindrome da colon irritabile. Drena e pulisce questa importante e vitale via di eliminazione delle tossine.
  3. oMOUNTAIN DEVIL (Lambertia fórmosa): Persone amareggiate, dispettose che non sono contente di esserci. I loro sentimenti le avvelenano e questo può essere visto nell'iride attraverso il colore marrone tossico che pigmenta la zona del colon.
  4. oSPINIFEX (Tirodia species): Questo rimedio "verde" ha un'azione di pulizia, eliminando parassiti, infezioni fungine, microorganismi e scarti del metabolismo prodotti dal corpo. È quindi utile in caso di candidosi ed è eccellente in caso di colon intossicato.
  • intervento farmacologico. Si basa principalmente sull’impiego di fitoterapici RILASSANTI della muscolatura liscia intestinale, allo scopo di alleviare lo spasmo e il dolore (Meliloto, Altea, Quercitina, Vaccinium Viti Idaea, Ficus Carica)
    L’efficacia di tali rimedi tende però ad esaurirsi col tempo, per cui non vanno somministrati per lunghi periodi.

UN AIUTO DALLA NATURA
Recentemente sono stati riportati buoni risultati anche con preparati a base di menta piperita, che avrebbe proprietà in grado di alleviare gli spasmi e il gonfiore addominale. Altri elementi naturali utili sono il cumino, il finocchio, il coriandolo e la camomilla.

  • intervento nutrizionale. E’ noto che alcuni alimenti scatenano o aggravano i sintomi addominali (per es. i legumi, la frutta secca, i cibi fermentati, i cibi piccanti, l’alcool, bevande come caffè, tee e cioccolata che stimolano la motilità intestinale)
    Il ruolo del latte e dei suoi derivati nell’estrinsecazione del colon irritabile è molto controverso. Il colon irritabile può essere associato a intolleranze alimentari, in particolare a quella del LATTE e del FRUMENTO. Questa intolleranza è provocata dalla carenza di un enzima, la lattasi, in grado di demolire il lattosio, uno zucchero presente nel latte. Il lattosio, non potendo essere digerito, viene fermentato dai batteri intestinali, producendo gas e provocando diarrea.

Il colon irritabile può associarsi anche ad altre intolleranze, che possono riguardare le uova, il frumento, le patate, il caffè, la cioccolata, le bevande alcooliche, il fruttosio, il saccarosio, ecc.
Per potere individuare gli alimenti “a rischio” o comunque sospetti è buona norma tenere un diario alimentare che registri gli alimenti consumati nell’arco di almeno una settimana. Questo permetterà di evidenziare la correlazione tra la comparsa di un sintomo e l’assunzione di un determinato alimento, orientando così le scelte alimentari in maniera più mirata e personalizzata (eliminare gli alimenti individuati per qualche settimana: se c’è un miglioramento del sintomo, si può provare a reintrodurre gradualmente, e uno alla volta, gli alimenti esclusi L’esecuzione di test specifici per valutare le intolleranze alimentari (DRIA TEST) permetterà comunque una diagnosi più accurata ed una strategia dietetica più efficace.

L’IMPORTANZA DELLA FIBRA

La dieta non deve essere impoverita nel suo contenuto in fibra, in quanto la fibra aiuta a regolare la motilità intestinale e può esercitare un’azione curativa sui sintomi del colon irritabile (soprattutto la stipsi, grazie all’ aumento della massa fecale e favorendo la progressione del contenuto fecale)
LA DOSE di fibra, sia essa di origine alimentare o sotto forma di integratore, dovrà essere aumentata gradualmente nel tempo fino a raggiungere il quantitativo ottimale di 30-35 gr al giorno.
Soprattutto chi non è abituato a nutrirsi con alimenti ricchi in fibra potrà inizialmente provare un aumento del senso di gonfiore addominale e di meteorismo, ma col passare del tempo questi sintomi si attenueranno e si apprezzerà un miglioramento complessivo dei sintomi durevole nel tempo
Per aiutare il proprio intestino ad abituarsi ad una dieta ricca in fibra, sarebbe utile inserire nella dieta degli alimenti PREBIOTICI, ovvero in grado di creare condizioni adatte alla crescita dei lattobacilli intestinali, che fermentando la fibra alimentare, le consentono di svolgere le sue funzioni.
Alcuni di questi alimenti sono i carciofi, l’aglio, la banana, il frumento e la cicoria.


CONSIGLI UTILI A TAVOLA......PER UNA PANCIA PIATTA!!

  • masticare lentamente, ed evitare di parlare troppo durante i pasti per non ingerire aria (aerofagia).
  • evitare il consumo di bevande gassate e zuccherate
    bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno, anche sotto forma di tisane o altri liquidi.
  • preferire pasti piccoli, frequenti e leggeri.
  • aumentare gradualmente il contenuto in fibra alimentare, compatibilmente alla suscettibilità individuale.
  • identificare eventuali intolleranze alimentari, in special modo riferite al proprio gruppo sanguino.

ALIMENTI CONTROINDICATI IN CASO DI GONFIORE INTESTINALE

LEGUMI (fagioli, piselli, fave, lenticchie, ceci) da consumare, passati, non più di 2 volte per settimana e da evitare in caso di gonfiore già presente.
VERDURE quali, cipolla, cavolo, funghi, cavolfiore, broccoli, cavoli di Bruxelles, verza, rapa al massimo 2 volte alla settimana e non in associazione ai legumi.
FRUTTA zuccherina (uva, fichi, banana, cachi) da evitare. Comunque non consumare più di 2 frutti al giorno, compatibilmente alla tolleranza individuale.
DOLCIFICANTI ARTIFICIALI: SORBITOLO e MANNITOLO, presenti anche in caramelle o chewing-gum senza zucchero, da limitare,come anche lo ZUCCHERO, a non più di 2 bustine (o caramelle) al giorno.
Evitare il consumo di alimenti ricchi in grassi (fritti, insaccati, formaggi, carni grasse, maionese, panna montata, creme varie).
Sostituire il PANE ricco di mollica o poco cotto con crackers, grissini, fette biscottate o pane tostato.


IL MUCO INTESTINALE

Tratto da: “Mucusless diet healing system, by Prof. Arnold Ehret's.
Benedict Lust Publications, Paperback 1976, ISBN: 0879040041.

 

Se osserviamo il corpo umano noteremo che ospita un complicatissimo apparato idraulico, con una grande quantità di tubi e tubicini in cui circolano i liquidi del corpo: principalmente sangue e linfa. Vi sono alcuni alimenti che, durante la digestione, diventano una specie di colla, detta muco, capace di attaccarsi alle pareti intestinali ed altre condutture organiche, e ricoprirle con uno strato sempre più spesso.

Questo fenomeno può esistere anche quando si usufruisce di una evacuazione regolare perché dipende dal tipo di cibo ingerito. Alcuni alimenti, infatti, creano molto muco (farinacei, carne, vitello, pollo, molluschi, tuorlo d'uovo, lenticchie, arachidi) ed altri lo sciolgono (agrumi in genere, frutta e verdura fresca, uva passa, cetrioli).

Chi ama fare esperimenti in cucina, può verificare quanto i prodotti con la farina bianca siano "collosi", facendo cuocere per alcuni minuti una pastella di farina bianca stemperata con acqua. Otterrà un'ottima colla tuttora utilizzata per rilegare i libri antichi di un certo valore.

Il fatto che gli agrumi tendono a sciogliere il muco spiega perché alcune persone dopo aver mangiato fragole con limone hanno il visto costellato di brufoletti. Il muco sciolto ha intossicato il sangue, i reni non sono riusciti a purificarlo completamente e l'organismo ha "scaricato" le tossine in eccesso sulla pelle. Ricordiamo che la pelle, insieme ai reni e polmoni, ha anche il compito di eliminare i rifiuti organici.

Il muco intestinale, sostanzialmente, è il risultato di anni ed anni di accumulo di sostante organiche collose sulle pareti dell'intestino. Si pensi che, mediante autopsia, si è riscontrata in certe persone una presenza di muco ammontante fino a 7-8 kg, di cui la parte più vecchia risalente anche a 10 anni prima. Siccome si tratta di sostanza organiche costantemente alla temperatura di 37 gradi, è facile immaginare quanto il muco sia imputridito e come i nutrimenti portati dagli alimenti ne siano avvelenati essendo costretti ad attraversarlo prima di essere distribuiti a tutto l'organismo.

A ciò si devono aggiungere le sostanze tossiche prodotte dalla flora batterica alterata (ammoniaca, cadaverina, putrescina, fenolo, indolo, ecc.) che, avvelenando l'intero organismo ed alterando il pH (livello di acidità) cellulare, creano il terreno adatto per moltissime patologie ed un indebolimento del sistema immunitario.

Il comune raffreddore è un classico esempio di accumulo di muco nelle vie respiratorie in cui i batteri possano vivere e moltiplicarsi. Va sottolineato che ogni specie vivente necessita di un "terreno adatto" per poter vivere, ed il muco è quanto di meglio possiamo offrire per ospitare in noi i microrganismi apportatori di influenze, raffreddori, forme catarrali e similari.

SUGGERIMENTI per
eliminare il muco intestinale

Troverete qui di seguito qualche suggerimento che può aiutare i nostri lettori a rimuovere l'eventuale muco accumulato negli anni e ritrovare una salute migliore.

- Iniziare la giornata con un bicchiere di acqua tiepida a cui sia stato aggiunto il succo di mezzo limone (si può dolcificare con poco fruttosio o zucchero di canna). Questa bevanda, presa il mattino a digiuno, rappresenta un ottimo sistema per liberarsi dal muco intestinale e fare provvista di vitamina C. Sarebbe un'abitudine da conservare per tutta la vita.

- Evitare i cibi che creano il muco (farina bianca e derivati, riso brillato, uova, formaggi, carne, pesce, salumi e insaccati).

- Utilizzare cibi che sciolgono il muco: agrumi, fichi freschi o secchi, uva passa, verdura e frutta cruda in genere.

- Usare frutta e verdura cruda possibilmente di stagione.

- Due cucchiaini di amaro svedese presi in acqua calda dopo il pranzo, rappresentano una cura assai valida per sciogliere il muco.
 

Attenzione: può accadere che durante la pulizia dell'intestino il muco sciolto intossichi il sangue e causi mal di testa frontale. Se ciò dovesse accadere provvedere con un lavaggio intestinale (enteroclisma) mediante un litro e mezzo di acqua tiepida con sciolto un cucchiaio di sale fine.

Tratto da: viveremeglio.org

Ricordarsi
che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell'organismo.  vedi: Stitichezza  +  Mangiare crudo = Crudismo
 

LE PIANTE DISINTOSSICANTI

Per rimetterci in sesto è necessario attuare una azione depurativa profonda rivolgendosi a piante officinali specifiche oltre naturalmente ad attuare un regime di vita equilibrato e ad una alimentazione basata su prodotti per lo più integrali e provenienti da coltivazioni biologiche.

Una azione depurativa deve prevedere:

– “lavaggio” dei liquidi circolanti nell’organismo onde eliminare le scorie accumulate nel corso delle stagioni dell’anno più stressanti -estate ed inverno- o durante malattie infettive che hanno lasciato in circolo residui di germi e loro tossine od a seguito di malattie metaboliche;

– “riattivazione” degli apparati renali, dermico e intestinale provocando aumento della diuresi e della sudorazione;                    

– “disintossicazione” del fegato e riordino delle sue funzioni.

 

Le piante medicinali più adatte allo scopo devono essere in grado di stimolare le seguenti azioni:

azione lassativa(frangula, rabarbaro, senna, malva per regolarizzare le funzioni intestinali)

azione emolliente(altea, lino, malva per attenuare irritazioni intestinali)

diaforetica(borragine, sambuco, tiglio capaci di stimolare la traspirazione cutanea)

azione diuretica(asparago, bardana, betulla, gramigna, ulmaria, ortica, borragine)

azione depurativa(bardana, tarassaco, calendula, fumaria, dulcamara)

azione colagoga(carciofo, frangula, tarassaco per agevolare il travaso della bile dalla cistifellea all’intestino)

azione antispasmodica(tiglio, liquirizia, melissa, lavanda)

azione carminativa(coriandolo, finocchio, anice, per riassorbire i gas intestinali sviluppati nella fermentazione gastriche a causa di una digestione

lenta)

azione stomachica(genziana, angelica, menta, tarassaco, camomilla per facilitare la digestione nello stomaco)

azione tonico-amara(arancio dolce, arancio amaro, cardo santo, entaurea minore, capaci di stimolare le secrezioni gastriche e la tonicità della parete dei visceri, stimolando anche l’appetito).

 

Ultimo aggiornamento Domenica 08 Agosto 2021 20:11  

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